Cultura

San Giuliano, Patrono della Città di Giugliano. STORIA

san giuliano

La tradizione orale riportata in alcuni testi tra cui quelli del cardinale Cesare Baronio considerati tra i più autorevoli, narra di un giovane soldato, che all’epoca della persecuzione dell’Imperatore Antonino Pio venne in Italia dalla Dalmazia (in Croazia) per predicare il vangelo.

Vicino ad Anagni fu riconosciuto come cristiano, arrestato e condotto ad Atina (ma altre fonti dicono a Sora). Il governatore Flaviano, sicuramente residente in Sora, lo fece rinchiudere per sette giorni a digiuno e senza acqua in una tetra prigione.

Successivamente venne torturato. Durante questo periodo, si verificò il crollo del tempio di Serapide, ed a questo punto il governatore decretò la condanna a morte per decapitazione che fu eseguita nei pressi del tempio crollato. Era il giorno 27 gennaio dell’anno 161.

Sulla data del martirio esistono diverse versioni: negli Annales Ecclesiastici, il Baronio, ascrive il martirio all’anno 175, sotto Marco Aurelio ma nel Martirologio Romano, dello stesso autore, si fa riferimento all’imperatore Antonino Pio (138-161). Sempre il Baronio conferma Sora come luogo del martirio.

Come risulta dal documento autografo del vescovo Girolamo Giovannelli, trasmesso alla Congregazione dei riti il 15 aprile 1614, le reliquie di San Giuliano furono rinvenute nel luogo del martirio il giorno 2 ottobre 1612 e traslate il 6 aprile 1614, per ordine della duchessa Costanza Sforza Boncompagni, nella Chiesa di Santo Spirito che era stata eretta per volontà della stessa Sforza.
In quella occasione giunse a Sora una delegazione di Giugliano, per chiedere al vescovo alcune reliquie del Santo. Le ottenne, e da allora San Giuliano, è il patrono di Giugliano. Per questo nel 1631 fu realizzata, in suo onore, la Cappella del Tesoro all’interno della chiesa di Santa Sofia.

……… I Protettori di Giugliano ………..

Il popolo di Giugliano in origine aveva come Protettrice Sant’Anna, ovvero la madre della Vergine Maria (1), in cui onore venne dedicata anche una Chiesa. Sant’Anna fu venerata, quale protettrice, fino all’inizio del XIII secolo, quando a Giugliano si iniziò a venerare quale Patrona Santa Giuliana, dopo che i Cumani ripararono a Giugliano allorquando nel 1207 venne distrutta la rocca di Cuma per opera dell’armata napoletana (2). I Cumani, che giunsero a Giugliano con il loro clero, portarono tra l’altro, oltre ad antiche vestigia, anche la venerazione di questa Santa, accostandone il nome a quello di Giugliano (3). Santa Giuliana, che fu Martire a Nicomedia, antica città dell’Anatolia in Turchia, nell’anno 294 sotto l’Imperatore romano Gaio Galerio Valerio Massimiano (4), fu venerata fino al 1526, anno in cui fu elevata quale Protettrice della città Santa Sofia, che già si venerava nell’omonima chiesa (5) che però era allora denominata Corpo di Cristo e successivamente dello Spirito Santo (6). Le spoglie mortali di Santa Giuliana furono portate prima a Pozzuoli e poi a Cuma, fino al 1207, successivamente furono portate a Napoli, nel Monastero di Santa Maria Donnaromita e poi nel Monastero di Monte Vergine, in provincia di Avellino; qui nel 1643 alcune reliquie furono donate ai giuglianese dal concittadino Don Girolamo Felicella, che era l’Abbate di quel Monastero (7). Come abbiamo visto la Chiesa di Santa Sofia venne edificata sul luogo ove prima sorgeva una piccola Chiesetta dedicata al Corpo di Cristo (prima ancora denominata S. Eligio e successivamente dello Spirito Santo), così come attesta un atto notarile del 1578, in essa però si venerava Santa Sofia che dal 1526 venne dichiarata Principal Protettrice (8), mentre Santa Giuliana fu proclamata Protettrice meno principale (9).

Sofia nacque nell’anno 192 a Bisanzio (l’odierna città di Istanbul, maggior centro urbano della Turchia), nome che fu tenuto dalla città sino alla sua rifondazione avvenuta nel 330 d.C., per opera dell’imperatore romano Costantino, con il nome di Nuova Roma-Costantinopoli. Il simulacro d’argento di Santa Sofia Vergine e Martire venne portato dall’antica Cuma, dopo la sua distruzione dal Canonico Giuseppe Frezzarolo (10).

La data del 1526 è riportata anche nel bassorilievo raffigurante Santa Sofia, posta alla base del campanile dell’omonima Chiesa, lungo il Corso Campano, insieme ad altri due. I tre bassorilievi, provenienti dall’antica Cuma, raffigurano “Santa Sofia”, “il sole radiante” e “la donna pregna dormiente” (divenuta in seguito il simbolo della città). Nel maggio del 1994 essi vennero trafugati e successivamente sostituiti dalle copie che attualmente possiamo ammirare, installate ed eseguite con un’iniziativa della Pro Loco di Giugliano e dell’Assessorato all’Urbanistica del Comune di Giugliano.

Nel 1622 giunse notizia all’Università di Giugliano (l’allora Comune), che nella città di Sora, in provincia di Frosinone, riposavano le spoglia di San Giuliano Martire il cui nome ricordava Giugliano; pertanto venne mandata nella cittadina laziale, una delegazione giuglianese, guidata da Don Leonardo Di Costanzo e da padre Antonio Turco (11). Questi, l’11 aprile 1622, dopo non poche trattative, ottennero dal Vescovo di Sora, Mons. Girolamo Giovannelli, alcune reliquie del corpo di San Giuliano Martire, insieme a quelle di San Deodato Abbate Cassinese e San Romito Diacono Confessore (12). Pertanto, il 15 maggio 1622, una volta che la Delegazione giunse a Giugliano, San Giuliano venne acclamato, dal popolo giuglianese in tripudio, quale Patrono di Giugliano, mentre i Santi Deodato e Romito furono dichiarati intercessori e le Sante Vergini Giuliana e Sofia, vennero dichiarate quali tutelari e patrone meno principali della città: il tutto venne rogato con atto del Notaio Alfonso Di Vivo (13). Nell’occasione a San Giuliano venne dedicata una statua d’argento e di rame; successivamente nel 1755 gli venne dedicata una nuova statua d’argento di maggior valore (14).

La tradizione legata alla leggenda, vuole che Giuliano, che era un ufficiale dell’esercito romano, originario della Dalmazia, regione Croata, subì il martirio durante la persecuzione dell’Imperatore romano Antonino Pio, che regnò dal 138 al 161 d.C., in Italia, presso Anagni, allorquando fu riconosciuto come cristiano (15). Venne quindi condotto ad Atina (comune in provincia di Frosinone), dove gli vennero inferti da Flaviano, prefetto romano della provincia, diversi tormenti; mentre ne subiva uno, crollò il tempio dedicato a Serapide, presso Sora, e poiché si frantumò anche una statua del dio, venne accusato di magia e fu decapitato tra le rovine del tempio stesso (16).

Un’altra tradizione riporta che invece sia stata la città di Sora, sempre in provincia di Frosinone, la sede del martirio, e sostiene che lì si conservano gli Atti manoscritti del martire;
le due leggende differiscono soltanto per l’indicazione della sede del martirio che viene assegnato allo stesso giorno, il 27 gennaio, mentre non si conosce esattamente l’anno (17).
Nella Cappella a lui dedicata nella chiesa di Santa Sofia, edificata in occasione dell’arrivo in città delle reliquie del Santo da Sora, vi è un iscrizione latina che ci ricorda che allorquando nel 1631 vi fu l’eruzione del Vesuvio, grazie all’intercessione di San Giuliano, essa non procurò danni a Giugliano, mentre i paesi contermini furono gravemente danneggiati (18). Attualmente il 27 gennaio si celebra la ricorrenza religiosa ed è festività negli Uffici pubblici cittadini, mentre invece a settembre si celebra la festa in città in onore di San Giuliano con annessa processione del simulacro d’argento posto su un carro trainato da un cavallo.

Il 27 gennaio 1822, in occasione del secondo centenario della proclamazione di San Giuliano quale protettore di Giugliano, si snodò per le principali vie cittadine una solenne processione, che vide la partecipazione di tutto il popolo festante e varie bande musicali; le strade vennero addobbate a festa con festoni e drappi colorati, furono realizzati in alcune piazze e slarghi degli archi trionfali, mentre vari lumi ad olio furono installati lungo il Corso Campano (19). Alla processione prese parte tutto il clero cittadino, ma non il Vescovo di Aversa, Mons. Agostino Tommasi, poiché egli era deceduto il 9 novembre 1821, per cui la sede era vacante; parteciparono, tra gli altri, le varie Congregazioni cittadine con le caratteristiche fasce colorate con cui si distinguevano i membri che le indossavano, il Principe Colonna di Stigliano, signore dell’Università di Giugliano ed il filantropo, Marchese Medici in alte uniformi, il Sindaco Don Marco Izzo ed i Decurioni (sarebbero una sorta di Consiglieri Comunali) dell’Università di Giugliano in abiti cerimoniali, i notabili ed i contadini del vasto e fertile contado giuglianese (20). Nel largo di Santa Sofia (oggi piazza Matteotti) ed a piazza Annunziata, furono svolti i Voli dell’Angelo, mentre a largo Santa Sofia, vennero installati anche diversi alberi della cuccagna ed alla sera furono esplosi fuochi a girandola; a mezzanotte poi, la processione che procedeva con le fiaccole accese si fermò sotto ai balconi del Palazzo Baronale, o meglio Ducale, di largo Santa Sofia, per omaggiare il Principe Colonna di Stigliano per aver contribuito economicamente all’ottima riuscita dei festeggiamenti, in occasione dei quali aveva organizzato anche un banchetto per i poveri di Giugliano, a cui egli stesso aveva provveduto a servire ai tavoli (21).

Nel 1922, in onore del terzo centenario della proclamazione di San Giuliano quale protettore di Giugliano, vennero organizzate delle solenni celebrazioni.
Il 10 settembre 1922, Sua eccellenza Mons. Giuseppe Petrone, Vescovo della Diocesi di Pozzuoli, Delegato dal Vescovo di Aversa, Mons. Settimio Caracciolo di Torchiarolo, celebrò nella Chiesa di Santa Sofia una solenne Messa e poi aprì la processione che si svolse per le principali vie cittadine (22). Ad essa, aperta dalla banda musicale, presero parte le varie Congregazioni cittadine, tutto il clero ed il Sindaco di Giugliano, Comm. Antonio Palumbo e quasi tutti i Consiglieri Comunali; tra le varie strade che accolsero magnificamente la processione con il Simulacro di San Giuliano va ricordata via Licante, dove fu realizzato un grandioso arazzo alludente alla vita del Santo, realizzato dal pittore giuglianese Luigi Taglialatela, a spese del sig. Carlo Starace (23). A Piazza Mercato (piazza Matteotti), si svolse il Volo dell’Angelo, mentre di sera fu officiata, da Mons. Petrone, la Santa Messa, in una chiesa di Santa Sofia, gremita all’inverosimile di persone, conclusa dalla benedizione pontificale (24).

Riporto l’epigrafe posta a sinistra della Cappella di San Giuliano nella Chiesa di Santa Sofia:
QUESTO MARMO RICORDI
QUALI COOPERATORI INSIGNI
DEL TERZO CENTENARIO DI S. GIULIANO M.
ANTONIO COMM. PALUMBO SINDACO
FILIPPO COMM.RE MICILLO
GIUSEPPE PELLEGRINO TESORIERE COMUNALE
M.R. ANDREA TAGLIALATELA PARROCO DI S. NICOLA
SIG.RA ANTONETTA TAGLIALATELA SCAFATI
E LA CONSACRAZIONE DEL TEMPIO
FATTA DA SETTIMIO CARACCIOLO VESC. DI AVERSA
AUSPICE IL RETTORE
M.R. SAC. GAETANO TAGLIALATELA SCAFATI
SETTEMBRE 1922

Nel 1972 a Giugliano si ricordarono i 350 anni della proclamazione di San Giuliano quale protettore di Giugliano, con la peregrinazione della Statua del Santo nelle varie parrocchie cittadine; il 9 settembre iniziarono i festeggiamenti con la Statua di San Giuliano che dal palazzo Baronale venne trasportata nella Chiesa di Santa Sofia e collocata su un carro trionfale, opera dei fratelli giuglianesi Antonio ed Umberto Zenna, da cui ebbe inizio la processione che si snodò per le vie principali cittadine (25). La processione a cui presero parte le varie Congregazioni cittadine ed il clero giuglianese, fu aperta dalla banda musicale; ad essa prese parte il Cardinale Corrado Ursi, il Vescovo della Diocesi di Aversa Mons. Antonio Cece, il Commissario Prefettizio del Comune di Giugliano Dott. Carlo Lessona; alla sua conclusione si tenne nella chiesa di Santa Sofia una solenne concelebrazone presieduta dal Cardinale Ursi alla quale parteciparono il Vescovo di Aversa Mons. Antonio Cece, il Vicario Generale Mons. T. Rotunno ed il Vicario della Forania di Giugliano Mons. Francesco Riccitiello (26). Il corposo programma religioso e di dibattiti, tenuto nella chiesa di Santa Sofia, terminò il 26 settembre, con una solenne Messa cantata, presieduta da Don Vincenzo Panico, Rettore della chiesa Collegiata di Maria S.S. Annunziata; per tutto il periodo si svolse anche un ricco programma di festeggiamenti civili, con eventi musicali e sportivi, molto sentito dal popolo giuglianese (27). La facciata della chiesa di Santa Sofia fu addobbata da un’artistica illuminazione, mentre sui balconi delle principali strade cittadine al passaggio del Santo venivano esposti drappi colorati e bandiere (28).

Note:
1) Cfr. Fabio Sebastiano Santoro, Scola di Canto Fermo, Stamperia di Novello de Bonis, Napoli, 1715, pag. 90.
2) Cfr. Ibidem.
3) Cfr. Ibidem.
4) Cfr. Agostino Basile, Memorie istoriche della Terra di Giugliano, Stamperia Simoniana, Napoli, 1800, pag. 340.
5) Cfr. Fabio Sebastiano Santoro, Op. cit., pag. 90.
6) Cfr. Agostino Basile, Op. cit, pag. 207 e segg.
7) Cfr. Ivi, pagg. 340 e 341.
8) Cfr. Ivi, pag. 301.
9) Cfr. Ivi, pag. 343.
10) Cfr. Fabio Sebastiano Santoro, Op. cit., pag. 88.
11) Cfr. Ivi, pag. 90.
12) Cfr. Ivi, pag. 91.
13) Cfr. Ibidem.
14) Cfr. Agostino Basile, Op. cit, pag. 344.
15) Cfr. Ibidem.
16) Cfr. http://www.santiebeati.it/dettaglio/38800. Ultimo aggiornamento del 27.01.2018.
17) Cfr. Ibidem.
18) Cfr. Francesco Riccitiello, Giugliano in Campania – Radici storiche di cultura e civiltà, Ed. Centro Studi A. Taglialatela, Stampa Grafistar, Giugliano, 1983, pag. 69.
19) Cfr. Francesco Riccitiello, Op. cit., pagg. 152 e 153.
20) Cfr. Ivi, pag. 152.
21) Cfr. Ivi, pagg. 152 e 153.
22) Cfr. Ivi, pag. 153.
23) Cfr. Ivi, pagg. 153 e 154.
24) Cfr. Ibidem.
25) Cfr. Ivi, pag. 159.
26) Cfr. Ibidem.
27) Cfr. Ivi, pagg. 159 e 160.
28) Cfr. Ivi, pag. 160.

(elaborazione della fotografia di Franco Francesco Martello)

Giuglianesi Orgogliosi