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Coronavirus: effettuare il tampone dopo 14 giorni non serve a nulla. Lo studio

Uno studio condotto dall’AUSL-IRCCS di Reggio Emilia dimostra che ripetere il tampone per il coronavirus a distanza ravvicinata non serve a nulla. Lo studio ha quantificato il tempo necessario affinché il tampone risulti negativo: 30 giorni dalla diagnosi e 36 dalla comparsa dei primi sintomi.

La ricerca è stata pubblicata sul British Medical Journal Open e suggerisce che ripetere il test a 14 giorni dalla diagnosi produrrà un esito positivo nella maggior parte dei casi.

“La metà delle persone sintomatiche richiede 36 giorni dalla comparsa dei primi sintomi e 30 giorni dalla diagnosi per eliminare il virus dal corpo” spiega l’epidemiologo Francesco Venturelli, tra gli autori dello studio.

Lo studio

I ricercatori hanno monitorato l’andamento dell’infezione in 4.480 pazienti residenti nella provincia di Reggio Emilia risultati positivi tra il 26 febbraio ed il 22 aprile 2020. Durante questo periodo, 1259 persone hanno raggiunto l’eliminazione del virus dall’organismo definita dal tampone negativo dopo il primo test positivo. Il tempo di eliminazione è risultato essere pari a 31 giorni.

Ciascun paziente è stato sottoposto a tamponi in media per tre volte: 15 giorni dopo il primo tampone positivo, 14 giorni dopo il secondo e 9 giorni dopo il terzo.

“Per capire se e quali fasce di popolazione rispondessero diversamente, abbiamo dettagliato le analisi in base a genere, età e gravità della malattia. Negli anziani abbiamo osservato tempi leggermente più lunghi ma le differenze non sono tali da suggerire la necessità di protocolli differenti”, chiarisce Venturelli.

Dallo studio è emerso che l’eliminazione definitiva del virus è stata raggiunta da 704 persone (60,5%) e confermata in poco meno del 79% di quelli testati nuovamente dopo il primo tampone negativo. Dunque,  dopo un primo esito negativo, una persona ogni cinque è risulta nuovamente positiva al tampone successivo.

Dallo studio è emerso che il tasso dei falsi negativi resta alto fino a 3 settimane da un tampone positivo

Il tempo necessario affinché la metà dei soggetti infetti risultino negativi al tampone, è risultato pari a 30 giorni dal primo tampone positivo e 36 giorni dalla comparsa dei sintomi. In definitiva, i ricercatori emiliani suggeriscono che ripetere il test 14 giorni dopo un tampone positivo produrrà, nella maggior parte dei casi, lo stesso risultato.

Questi risultati suggeriscono di ottimizzare le risorse e i tempi in cui proporre i tamponi di controllo alle persone che risultano positive.

“Una valutazione accurata delle tempistiche è fondamentale per ridurre il periodo di isolamento per i pazienti che non hanno più sintomi e, allo stesso tempo, per abbattere il rischio di diffusione del virus” conclude l’epidemiologo.