Cultura

Cappella e strada di Santa Maria a Cubito

La strada provinciale Santa Maria a Cubito (per intenderci quella adiacente al Centro Commerciale Auchan ed al Mercato Ortofrutticolo di Giugliano) parte da Napoli, dalla zona di Capodimonte all’incrocio con via Miano e attraversando diversi Comuni della provincia di Napoli (Mugnano, Marano, Calvizzano, Qualiano e Giugliano) ed altri della provincia di Caserta, arriva fino alla zona di Sessa Aurunca, in provincia di Caserta. Essa prende il nome dall’omonima Cappella situata nell’agro giuglianese, ad ovest della via Santa Maria a Cubito, non distante dalla traversa di Ischitella, su una stradina vicinale che segna il confine tra i comuni di Villa Literno e Giugliano, ma in territorio del primo, fino al 1927 chiamato Vico di Pantano; la strada ad essa adiacente, sui suoi lati est e sud, segna il confine con il Comune di Giugliano.

Il nome di Santa Maria a Cubito è strettamente correlato ad un episodio che sarebbe accaduto durante una battuta reale di caccia che si svolgeva in quella zona, narrato anche da Agostino Basile, lo storico di Giugliano, che lo cita, per l’esattezza quale S.Maria Accubito (1). Il sovrano di Napoli, Carlo II d’Angiò, appena apprese la notizia della canonizzazione (sentenza papale che definisce l’iscrizione di un beato nel novero dei santi) da parte di Papa Bonifacio VIII, di suo zio Luigi IX di Francia, quale San Ludovico d’Angiò, avvenuta nel 1297, scese da cavallo, si inginocchiò cubavit se (dal latino inginocchiato o prostrato a terra), e baciò la terra (2). Molto probabilmente il luogo di culto venne edificato proprio nel posto in cui avvenne tale episodio. Secondo A. Basile, la Cappella un tempo si trovava nel distretto giuglianese: “poiché la strada divisoria della giurisdizione di Giugliano, e di Vico, che oggi è davanti a detta Cappella, prima era dalla parte di dietro” (3).

Attualmente, come da tradizione, ogni 15 agosto i fedeli della zona si recano alla Cappella dove viene celebrata una Santa Messa da un parroco di Lusciano (4).

La Cappella è attualmente di proprietà privata, e risulta circondata da un alto muro di cinta. La facciata principale è scarna e completamente liscia, come lo erano quelle delle cappelle rurali; sopra il portale, in muratura, è caratterizzata da un piccolo finestrone rettangolare, sopra al quale, al colmo del tetto a capanna, una semplice croce di ferro, si staglia da una cuspide. La pianta rettangolare ad unica navata, è caratterizzata ai suoi lati da una serie di tre arcate per lato. Il soffitto è piano, mentre la zona absidale, molto più bassa del resto della chiesa, è sormontata da una cupola semisferica. Altri elementi architettonici sono stati addossati alla chiesa, in epoche, più o meno recenti. Dall’esterno sono in parte visibili le tompagnature delle arcate, che lasciano presagire, insieme al fatto che la facciata principale presenta ai lati due muri inclinati in continuazione di essa, che la Cappella fosse originariamente a tre navate, e che le due laterali, siano state abolite in seguito a lavori di restauro.

L’attuale strada provinciale, denominata via Santa Maria a Cubito, pur essendo stata progettata ed ultimata per interessamento dei sovrani Borbonici, venne però inaugurata nel 1861, quando ormai era già stata proclamata l’Unità d’Italia. L’arteria provinciale allora misurava circa 40 Km ed aveva quaranta ponti.

All’inizio di questa imponente opera ottocentesca, nella zona di Capodimonte (all’incrocio con via Miano), fu posta una lapide che esiste tutt’oggi, che riporta la seguente scritta:

VIAM HEINC AD MONTEM USQUE DRAGONIS
PAR MILLE PASS – XXV CUM TRIENTE
ET AD CASCANUM APUD SESSAM
PER XXX PASSUUM MILLIA
STRATAM ABSOLUTAMQUE ANNO MDCCCLXI
VIATOR VIDES
QUAE
PONTIBUS ARCUATIS XXXX INTERIECTIS
COMMODO PUB INSIGNI
VIAS VIII COMMUNES APTE SECAT
PARS OPERIS COSPICUA
AQUAR COERCITIONES ALVEI INFER – VOLTURNI
QUAE SUBIECTI ANTE AEQUORA CAMPI
LATE PESSUM DABANT

il cui significato è pressappoco questo: Questa strada che va da Capodimonte fino a Mondragone, per una lunghezza di circa 25 miglia, raggiunge la località di Cascano, presso la città di Sessa Aurunca.

Per 30 miglia è una strada perfettamente completa e lastricata, è stata completata nell’anno 1861. Caro viandante, osserva che furono edificati 40 ponti ad arco, posti ad intervalli per adattare il territorio attraversato e per farne un percorso di utilizzo pubblico, sono stati uniti otto Comuni, attraversandoli utilmente per un considerevole tratto.
Sono state incanalate le acque del tratto inferiore del fiume Volturno, trasformando quei terreni acquitrinosi in una fertile pianura (5).
Su questa strada esistevano in passato diversi punti di sosta o taverne che consentivano sia il cambio dei cavalli che la possibilità per gli avventori di consumare un pasto frugale o il loro riposo.

Note
1) Cfr. Agostino Basile, Memorie istoriche della Terra di Giugliano, Stamperia Simoniana, Napoli, 1800, pag. 326.
2) Cfr. Ibidem.
3) Cit. Ibidem.
4) https://www.facebook.com/Veteris-Campaniae-1804041729850029/. Ultimo aggiornamento 30/09/2017.
5) http://piscinola.blogspot.it/…/lantica-circumvallazione-bor…. Ultimo aggiornamento 30/09/2017.
(alcune foto sono state prese dai siti di cui alle note, mentre la cartografia è uno stralcio planimetrico della cartografia del 1808, realizzata da Giovanni Antonio Rizzi Zannoni).
Giugliano in Campania, lì 30.09.2017

Architetto Francesco Taglialatela Scafati