Cultura

Cappella di Santa Maria Addolorata al Palazzo Baronale

Cappella di Santa Maria Addolorata è sita al piano terra del Palazzo Baronale, alla destra dell’ingresso sul Corso Campano. Nel 1778 Don Marco Antonio Colonna, Principe di Stigliano, essendo proprietario del Feudo di Giugliano, dopo aver abitato per un periodo in un palazzo di vico Pozzo, prima di comprarsi il Palazzo Baronale da un erede del defunto Duca Grillo che lo deteneva, fece eseguire i lavori per destinare a Chiesetta dei locali (1), in memoria del padre Don Ferdinando, così come recita la scritta di una lapide marmorea, posta all’ingresso della Cappella. Questi locali furono ornati di marmi, di decorazioni pittoriche, di un pavimento in mattoni, e di un organo (2). Quindi, con la direzione di un preposto, fece destinare alla Cappella, un’organista, 6 chierici e ben 10 cappellani, che giornalmente dovevano celebrare le Sante Messe in suffragio delle anime defunte della famiglia Colonna (3).

Nella Cappella è conservato, in un’antica teca di legno su cui è riportata l’iscrizione CORPUS S. FELICIANI M,, il corpo di San Feliciano Martire (4), vestito con l’uniforme da soldato, e che in petto, sull’uniforme, reca ben visibile il cosiddetto monogramma di Cristo, composto dalle lettere sovrapposte, “X” e “P”, che sono le iniziali della parola greca composta “Khristòs”, l’appellativo di Gesù, che in greco significa “unto” e traduce l’ebraico “messia” (5).

Inoltre, nella Cappella, erano conservate le reliquie di molti altri Santi, tra cui: Santa Clemenza, Santa Giusta, San Regolo, San Deodato, San Concordio, San Teodoro, San Benegno, San Nominando, San Massimo, Santa Anastasia, Santa Fortune e Santa Paolina (6). Agostino Basile, nel chiudere il paragrafo dedicato alla Cappella, si augurava che a breve, Don Andrea Colonna di Stigliano, all’epoca proprietario del Palazzo Baronale (cioè nel 1800), si adoperasse affinché la Cappella potesse divenire più grande in modo tale da divenire una vera e propria Chiesa e di poter accrescere i fedeli (7), ma purtroppo le cose andarono ben diversamente, per cui la Cappella rimase tale, e se ancora oggi la possiamo ammirare, seppure chiusa al pubblico, è per merito degli attuali proprietari. Per quanto riguarda il corpo di San Feliciano, si presume che egli sia stato un Centurione Romano che professava la religione cristiana e perciò subì il Martirio dopo essere stato perseguitato, morendo il 2 febbraio 304 (8). Nel 1666 il corpo fu donato a Don Filippo Colonna di Stigliano, da Papa Alessandro VII, ma solo nel 1795, Don Marco Antonio Colonna lo collocò, nella Cappella di Santa Maria Addolorata, dove riposa attualmente (9). Secondo Agostino Basile, che diede alle stampe il volume “Memorie istoriche della Terra di Giugliano”, solo 5 anni dopo tale data, il popolo giuglianese accolse con grande entusiasmo e partecipazione l’evento, a cui dovettero accorrere i fedeli dai comuni limitrofi, ed anche da quelli più lontani, se lo stesso stima in circa 400.000, le persone intervenute (10).

Alla Cappella si accede, sia tramite un locale, adibito a sacrestia a cui a sua volta si accede alla base dello scalone del Palazzo Baronale, sia tramite un lungo corridoio, a cui si accede direttamente dal cortile del Palazzo. La sacrestia, presenta una volta a schifo, con al centro affrescata una colomba, simbolo dello Spirito Santo, da cui si dipartono dei raggi solari. La Cappella, seppure è di ridotte dimensioni, è di una bellezza non comune, illuminata dai due grandi finestroni rettangolari che affacciano sul Corso Campano. Tutte le sue pareti, e la volta a schifo, sono completamente affrescate. L’altare maggiore in marmo policromo, dove il celebrante officiava la messa dando le spalle all’assemblea, è disposto su due gradini; sotto di esso è conservato il corpo di San Feliciano. Sulla parete dove è collocato l’altare era presente una tela rappresentante Santa Maria Addolorata, che da alcuni anni, per motivi di sicurezza, è stata rimossa dai proprietari. Nella Cappella, che presenta un favoloso pavimento ottocentesco maiolicato, con motivi floreali e con mattonelle della dimensione 20 x 20 centimetri (seppur coperto da uno spesso strato di polvere), è presente inoltre un ottocentesco confessionale, ben conservato, e di ottima fattura. La Cappella è inoltre dominata, quasi per la metà della sua lunghezza dalla cantoria, dove si esibivano i migliori cantori del circondario; ad essa si accede direttamente dallo scalone del Palazzo.

La proprietà della Cappella, così come il resto del Palazzo Baronale, è della famiglia Palumbo da circa 180 anni.

Note:
1) Cfr. Agostino Basile, Memorie istoriche della Terra di Giugliano, Stamperia Simoniana, Napoli, 1800, pag. 323.
2) Cfr. Ibidem.
3) Cfr. Ivi, pagg. 323 e 324.
4) Cfr. Ivi, pag. 324.
5) Cfr. https://it.wikipedia.org/wiki/Monogramma_di_Cristo. Ultimo aggiornamento del 27.02.2017.
6) Cfr. Ivi, pag. 325.
7) Cfr. Ibidem.
8) Cfr. Ivi, pagg. 347 e 348.
9) Cfr. Ivi, pagg. 349 e 350.
10) Cfr. Ivi, pag. 350.

Giugliano in Campania, lì 19.02.2017
Architetto Francesco Taglialatela Scafati