Cronaca Politica

‘Tra Covid e camorra’, parla Luigi Leonardi

Un’emergenza sanitaria, economica e sociale nella quale i clan camorristici fanno affari”. A parlare è Luigi Leonardi, imprenditore simbolo della lotta alla camorra che da anni paga sulla sua pelle vivendo sotto scorta.

A Giugliano c’è un problema sicurezza: che idea si è fatto?
“La criminalità non è mai andata via ed è oggi l’unica azienda che cresce e che ha alzato l’asticella. In tempi di Covid la delinquenza per le famiglie disagiate è diventata ammortizzatore sociale mentre per le imprese si sostituisce al sistema creditizio. A questo si aggiunge la mancanza di lavoro, le attività che chiudono. E non è un caso che aumentino furti e rapine: i reggenti dei territorio hanno autorizzato attività simili per dimostrare quanto siano potenti”.

Aveva chiesto uno sportello antiracket: come è andata?
“Prima che si andasse alle elezioni, con la vecchia amministrazione l’avevo chiesto e mi era stato concesso. Poi è cambiato tutto e due mesi fa ho chiesto a che punto fosse l’istituzione di questo sportello ma non ho mai avuto risposta. La realtà è che evidentemente questo ufficio non interessa a nessuno eppure chi oggi governa aveva fatto della legalità il perno della sua campagna elettorale. Ma ci vuole coraggio per cambiare le cose. La questione non è politica perché il problema resta ad imprenditori, commercianti, liberi professionisti che oggi devono correre per soddisfare le richieste estorsive della criminalità. I clan si sono arricchiti, forniscono assistenza ad imprenditori in difficoltà che non possono accedere al credito delle banche. Il problema è che hanno tanti soldi da investire che si tradurranno poi in acquisizioni legali di imprese”.

Chi denuncia è tutelato?
“Dico sempre di denunciare anche se purtroppo i tempi dello Stato sono molto più lunghi di quelli della criminalità. Avevo chiesto un ufficio per costituire un fondo di microcredito per gli imprenditori vittima di usura ed estorsione che vengono lasciati invece in balia delle onde. Prima di avere giustizia passano degli anni. Mi chiedo a questo punto come si può pretendere che una persona vittima di un attentato vada avanti nella sua vita dopo un netto stop finanziario e dovendo preoccuparsi di dimostrare allo Stato il danno subito”.

Oggi cosa accade in città?
“Accade che i clan continuano la loro azione ed il Governo, locale, regionale, nazionale, non fanno niente per contrastarlo. In città serve una nuova caserma dei carabinieri, servono altri uomini, rappresentanti delle istituzioni che si incatenino a Roma chiedendo aiuto. Ma forse questo è solo un mio sogno. La speranza è senz’altro l’ultima a morire ma per cambiare le cose ci vuole la volontà. Giovanni Falcone diceva “Non possiamo lasciare i cittadini inermi contro le mafie”. E invece oggi dove sono le persone che dicono di combattere la criminalità? Di questo passo cosa racconteremo ai nostri figli? Non c’è stato alcun passo concreto, solo passerella politica. L’emergenza sociale per il Covid continua ad arricchire la criminalità ed i prossimi mesi, da questo punto di vista, potrebbero essere terribili”.

FONTE: CRONACHE DI NAPOLI