Ambiente Politica

Ministro Sergio Costa, batti un colpo!

 

E’ finito. Il tempo delle chiacchiere, dei proclami, dei faremo, dei diremo, dei bla bla bla. Ma anche dei comodi silenzi.
Sergio Costa adesso deve battere un colpo. Deve far capire ad una popolazione stremata dall’estate infuocata della Terra dei fuochi cosa vuol fare per affrontare il problema. Senza proclami, in maniera concreta. Non fra un mese, non fra sei mesi, non tra un anno, ma domattina.
Di tempo per studiare, ne ha avuto. Altroché se ne ha avuto. Ciascuno di noi ha lasciato al Ministro il tempo di elaborare una strategia, di inquadrare la questione. Consapevoli, tutti noi, che il Ministro conosceva bene il problema e che probabilmente conosceva altrettanto bene le soluzioni.
Siamo stati al suo Ministero il 5 settembre scorso, 22 Sindaci con Dirigenti al seguito, per il più inutile degli incontri a cui io abbia mai partecipato. Un incontro nel corso del quale i Dirigenti del Ministero dell’Ambiente presenti hanno provato a dirottare il discorso dalla Terra dei Fuochi alla Raccolta Differenziata. Nel corso del quale hanno provato a spegnere le richieste di interventi forti delle Forze dell’Ordine, di repressione e controllo del territorio. Barricandosi dietro un “quella è competenza del Ministero dell’Interno”. Ovviamente noi Sindaci li abbiamo invitati ad organizzare un incontro congiunto con i due Ministeri. Arrivando a chiedermi in maniera provocatoria uno dei rappresentanti del Ministero “Ma se le mandassimo mille carabinieri avremmo risolto il problema?”, ottenendo uno scontato “Si!”.
Doveva essere il primo di una serie di incontri, dovevano seguirne altri, doveva avere delle conseguenze, doveva servire a qualcosa. Speravamo.
L’incontro si è svolto il 5 settembre ed oggi siamo al 22, le previsioni metereologiche cominciano a segnalare le prime piogge serie, oggi il cielo è plumbeo, le temperature stanno calando ed a breve il maltempo dirotterà tutti noi su altre emergenze. Ed al momento questa mi sembra l’unica strategia messa in campo dal Ministro Costa, che resta silente mentre la Terra dei Fuochi brucia ogni notte. Mentre popolazioni stremate continuano ad organizzare manifestazioni, proteste, flash mob, mobilitazioni. Mentre Sindaci oramai sull’orlo del crollo dei nervi continuano a combattere con il loro esercito fatto di soldatini di piombo, a rimuovere montagne di rifiuti ogni giorno, a mettere telecamere che incastrano qualcuno e che sperano possa spingere i farabutti a spostarsi nel comune affianco, ad aprire cumuli alla ricerca di indizi. Facendo quel che possono e maledicendo chi potrebbe fare tanto e non fa niente. Avendo esaurito le energie ed anche le idee.
Eppure, vincere questa guerra è più facile di quanto sembri. Occorrono uomini, forse non i mille della provocazione del superdirigente del Ministero dell’Ambiente, ma qualche centinaio. Occorre il presidio del territorio, che non può essere fatto con gli strumenti ordinari e con le forze già in campo. Occorrono investigatori che seguano i flussi del denaro che lo smaltimento illegale di rifiuti produce e che ricostruiscano i passaggi dai cumuli in fiamme alle piccole e grandi industrie che i rifiuti li producono.
Ed occorre una nuova legge sugli ecoreati, che innalzi le pene, che preveda l’arresto anche per il mero abbandono dei rifiuti, a prescindere dalla qualità e dalle quantità smaltite, la confisca delle auto, sanzioni che vadano oltre i 10mila euro. Occorre introdurre la possibilità che chi sporca possa essere condannato a pulire.
Occorre fare qualcosa: Possibilmente qualcosa di diverso dall’attendere che la pioggia mandi in soffitta le polemiche sulla Terra dei Fuochi, come si fa con gli abiti estivi.