Italia

Luca, disperato si toglie la vita per paura di un nuovo lockdown

E’ la storia di Luca ristoratore fiorentino che «Non ha retto all’incertezza del futuro, era diventato fragile e temeva di perdere il locale», afferma il fratello.

Come molti, Luca si è trovato a fare i conti con la realtà post quarantena e ha aspettato con ardore che i clienti tornassero a sedersi ai tavoli del suo ristorante, nella quale da anni spendeva tutte le sue energie.

Mutuo da pagare e tante incretezze, hanno portato Luca 44enne di Firenze alla decisione di togliersi la vita. Lo ha fatto nella sua trattoria in un triste sabato pomeriggio d’estate. Lascia la moglie e figli piccolissimi.

Luca ha aspettato di trovarsi da solo per commettere il folle gesto. A ritrovare il cadavere i suoi dipendenti, insieme al corpo hanno ritrovato un biglietto in cui Luca motivava la sua scelta.

L’attività ristorativa era sempre andata piuttosto bene, la soddisfazione arrivava anche dalle numerose recensioni di clienti che apprezzavano la cucina e la gentilezza del personale. Ma il Coronavirus gli ha stravolto i piani e lo ha portato a prendere la triste decisione.

Da La Stampa: «Il problema – ha spiegato ieri il fratello Marco all’emittente Italia 7 – non era pagare i debiti perché, quando uno fa un investimento e cerca di ampliare l’azienda e di stare meglio, non è questo il problema. Il problema è l’incertezza del futuro: non davano la certezza, si parlava di una nuova chiusura, di un nuovo lockdown, è questo che ha reso mio fratello fragile». Tocca a Marco scavare nel tormento vissuto dal fratello negli ultimi tempi. «L’azienda era sanissima, un mese e mezzo prima del lockdown aveva acquistato il fondo con un leasing aziendale. Da quarant’anni si era abituati a pagare tutti, a pagare i debiti, a essere regolari, ma se poi ti dicono “chiudete prendete un prestito e cavatevela da soli”, bene, questa cosa ha tormentato, ha reso fragile una persona che non era abituata a fare i debiti». Tutta la città, ora, si stringe intorno alla famiglia di Luca. Anche il sindaco Dario Nardella ha voluto testimoniare la sua vicinanza. E Firenze prova a immaginare soluzioni per tornare a far vivere un centro che, all’improvviso, non è più lo stesso.