Ambiente Cronaca

La nostra terra brucia ancora: il pensiero di Antonio Poziello

La Terra dei fuochi dimenticata e la lettera di Tommasino

Eh, si: l’hanno proprio dimenticata. Forse ignorata è il termine più appropriato. Tutti incuranti dei roghi che giorno e notte avvelenano la nostra aria.

Il problema dell’incendio dei veleni, dell’abbandono dei rifiuti, non è mai stato cosi lontano dall’attenzione dei vari livelli istituzionali.

Lo scrivo provando una grande amarezza, un dolore profondo ed anche una grande rabbia.
Ogni mese di agosto la storia si ripete, identica e puntuale. Niente reparti speciali, niente elicotteri, niente !
E quest’anno è calata anche l’attenzione e la reazione a livello locale, si è ridotta l’attenzione ai cumuli ed agli abbandoni dei rifiuti.

Forse perché a Giugliano manca la sensibilità di un’Amministrazione, forse perché l’attenzione è dirottata su altro, “sequestrata” dal Covid.
È forse per questo che da mesi non si fanno controlli, non si inseguono i farabutti che abbandonano i rifiuti, non si mette una telecamera mobile o una fototrappola.

Non si corre dietro a chi abbandona e non si corre a rimuovere prima che si incendino i rifiuti.

Il 5 settembre dello scorso anno fummo convocati al Ministero dell’Ambiente 21 Sindaci della Terra dei fuochi. Fu un incontro
Inutile e deludente, la prova provata che a Costa & Company della Terra dei fuochi, dei roghi, degli incendi, dei rifiuti e della nostra salute non importava un fico secco. Il nulla mischiato col niente.
È passato un anno, durante il quale è successo di tutto, ma su questo fronte nulla è successo.
Nessuno strumento c’era prima, nessuno strumento c’è adesso. Nessuna volontà di fare qualcosa c’era prima e nessuna volontà c’è adesso. Hanno aspettato le piogge lo scorso anno e stanno aspettando le piogge pure quest’anno.
Sembra la scena di “Natale in casa Cupiello” in cui Tommasino legge la lettera “Cara Matre, mi voglio cambiare: questo te lo dissi l’anno passato e questo te lo dico anche quest’anno…”. E come disse lo zio: “Ogni anno nce avimmo sentere a stessa litania”.